Il
nome del paese di Filettole deriva quasi certamente dal
latino "filix" (felce) ad indicare un luogo ricco
di felci .
La
sua posizione geografica, al limite del territorio di Pisa con quello
di Lucca, ha segnato la sua storia facendone una terra di
confine spesso messa letteralmente a ferro e fuoco .
Già
in un documento datato 874 del duca di Toscana Adalberto
I° si cerca di precisare i confini tra il popolo "de
Filectoro" e certe terre del comune di Lucca; in quest'epoca
la chiesa di San Maurizio di Filettole era sotto la giurisdizione
del Vescovado lucchese che conserva nel suo archivio molti
documenti relativi a Filettole e le sue adiacenze.
La
località "Silva Regia" sui monti di Filettole,
che era nata come riserva di caccia degli antichi re logobardi
(oggi denominata Salvareggi), fu concessa nel 1113 dalla
famosa contessa Matilde di Toscana al pisano Gualando Orsini.
A porre fine alle rivendicazioni pisane e lucchesi sul territorio
di Filettole interverrà un decreto dell'imperatore Corrado
III° nel 1139 che lo assegnerà definitivamente alla diocesi
di Pisa.
Nel 1158 si ha notizia per la prima volta in documenti ufficiali
del " Monasterio Sancta Viviana de Filectulo"
(l'attuale "Castellaccio") come luogo in cui fu
stipulata la pace tra Pisa e Lucca.
Ma la vera pace tra le due città non avrà luogo che dopo
moltissimi anni: troppi interessi commerciali, troppe contese
dividono e le battaglie spesso disastrose per la popolazione
del paese si susseguirono a ritmo ininterrotto.
Lucca
cominciò la costruzione della rocca di Castiglione e della
poderosa fortezza di Cotrone ( o Cotone ) nel 1223 proprio
sulla cima dei monti di Filettole a contrastare le già esistenti
fortificazioni pisane agevolando, (anche con concessioni)
l'insediamento di agricoltori nelle terre a ridosso del
confine: nuovamente Filettole è al centro di controversie
giuridiche che coinvolsero il conte Ugolino della Gherardesca
e l'arcivescovo Ruggeri citati anche da Dante nel suo Inferno.
E di inferno si è dovuto davvero trattare in quei tempi
per gli abitanti di questa terra contesa! Il monastero di
Santa Viviana è continuamente teatro di battaglie sanguinose
senza esclusione di colpi poichè la fortezza lucchese di
Castiglione è lì a due passi e le incursioni non si contano
più. I pisani non potevano più sopportare una simile situazione
e nel 1262 attaccarono in forze i castelli di Castiglione
e di Cotrone e, dopo una battaglia terribile in cui perì
anche il capitano pisano Galeazzo Gualandi, riuscirono vincitori
dando alle fiamme le due fortezze.
Fu
allora che Pisa costruì una delle torri di avvistamento
più poderose : una vera e propria costruzione militare alta
più di 20 metri a pianta esagonale detta "Torre dell'
aquila" ed oggi chiamata torre segata perchè ne manca
una esatta metà come se fosse stata divisa da una sega.
Nel 1275 i lucchesi che avevano restaurato il forte di Cotrone,
aiutati forse dal conte Ugolino, riuscirono ad impadronirsi
della Torre dell'aquila e "scendento dal colle di Filectoro
fecero terra bruciata fino alla Madonna di Castello"
di Vecchiano.
Dopo la sconfitta Pisana alla Meloria avvenuta nel 1284
Lucca si impadronisce dei castelli di Filettole e di Avane.
Anche se Uguccione della Faggiola nel 1315 disarmò tutte
le fortificazioni sui monti di Filettole furono le soldataglie
della Signoria di Milano che, con il capitano di ventura
Luchino Visconti (futuro signore della città lombarda) nel
1345 misero Filettole a ferro e fuoco.
Fu in questo periodo che le monache abbandonarono il monastero
di Santa Viviana troppo esposto alla guerra e poco adatto
per un luogo di pace e di preghiera così come lo aveva pensato
e voluto la contessa Matilde di Toscana: anche gli anni
che seguirono furono anni di gurre e battagle per questo
piccolo paese perchè si trovò di nuovo al centro di aspre
contese.
Nel 1396 squadre armate di fuorriusciti pisani combatterono
proprio a Filettole " ...et hanno arse dimolte case..."
Nei
primi decenni del XV°secolo Pisa spera che i Visconti di
Milano, già alleati di Lucca e Siena, contrastino la crescente
influenza fiorentina sulla Toscana e vede di buon occhio
la scesa delle truppe lombarde guidate da Niccolò Piccinino.
I fiorentini compresero però la minaccia che l'esercito
lombardo rappresentava per la loro politica di espanzione
ed inviarono truppe mercenarie comandate da Francesco Sforza
contro Niccolò Piccinino che si trovava giusto a Filettole
con le sue truppe e, venuto a conoscenza delle mosse dei
fiorentini, fece del paese terra bruciata.
Quando i fiorentini l'anno successivo andarono incontro
al Piccinino fu di nuovo Filettole il teatro dello scontro
con conseguenze disastrose per i suoi abitanti.
Ancora nel 1505 Pisa non si è arresa ai Fiorentini nonostante
un pressante assedio ma i fiorentini cercano in ogni modo
di tagliare i rifornimenti alla città con scorrerie nelle
campagne: in una di queste spedizioni Luca Savelli, traversando
il Serchio a Ripafratta con 400 armigeri, saccheggia i filettolini
del poco avere e delle poche bestie possedute.
Dopo questo periodo storico Filettole esce dalla scena principale
della storia cui, suo malgrado, si era trovato al centro
per almeno tre secoli.
NOTA
AL NAVIGATORE:
per le foto dei
luoghi caratteristici descritti
di seguito clicca qui !
IL
" CASTELLACCIO "
Il Castellaccio è la costruzione che meglio rappresenta
i mutamenti nelle varie epoche storiche del paese di Filettole.
Nato come convento per suore di clausura e quindi luogo
di pace e di preghiera, ben presto, a causa della sua strategica
posizione di confine, si trovò al centro di lotte furiose
e sanguinose guerre.
Nel 1158 " ... fu fatta tregua tra i pisani e i lucchesi.
Vi erano presenti il conte Guido, il conte Alberto, consoli
senesi, pratesi, pistoiesi, i capitani della Garfagnana..."
; la tregua ebbe però breve durata e le due repubbliche
continuarono a combattersi aspramente e il monastero rappresentava
per i pisani un valido avamposto di fronte alle imponenti
fortificazioni lucchesi . Le suore, intorno al 1320, abbandonarono
il monastero che diventò ben presto una vera e propria fortezza
e, nel 1388, furono costruite lungo il perimetro delle mura
quattro imponenti torri militari per ordine dell'arcivescovo
Lotto Gambacorti . Il periodo di maggior prestigio per il
castello di Filettole fu quello tra 1381 ed il 1420 in cui
diventò di fatto la residenza estiva degli arcivescovi pisani
che ospitavano spesso principi, alti prelati e uomini di
lettere e di cultura. Nell'estate del 1409 si tenne a Pisa
un concilio per risolvere la questione dell'antipapa e si
ebbero così tre papi : Gregorio XII ( a Roma ), Benedetto
XIII ( papa scismatico francese ), e quello pisano Alessandro
V. Nel lungo periodo del concilio la corte arcivescovile
e una parte di quella papale si trasferì nel castello di
Filettole : ... il palazzo arcivescovile avendo l'onore
di servire da precaria residenza del novello pontefice,
l'Arcivescovo Adimari si ritirò nella sua villa fortificata
posta sopra un ameno colle del villaggio di Filettole ove
convitavano Cardinali e sacerdoti..." (Ci racconta lo storico
Stefano Monini); tra gli altri era prersente Leonardo Bruni
di Arezzo che illustrò Filettole e il suo castello in una
lettera a Roberto Ruffo di Firenze datata 10 giugno 1409
in cui dice che la villa si trova tra Lucca e Pisa sulla
riva destra del Serchio , " ...situata in un luogo amenissimo
e adatto ai piaceri del villeggiare. Perrocchè sorge sopra
un piccolo colle prospettando la sottoposta pianura ; a
tergo evvi i monti congiunti attissimi alla cacciagione
. Ma ci attirò l'incantevole amenità del fiume Serchio il
quale coperto di gran frondi d'alberi fra le verdi ripe
in gran pace scorreva... "
Alla fine de '400 e per tutto il '500 il " Castellaccio
" viene abbandonato perchè i vescovi che si susseguono a
Pisa sono tutti fiorentini e simpatizzanti della famiglia
de' Medici e poco interessati alla residenza filettolina:
il castello viene prima affittato coi suoi terreni ed in
seguito venduto dalla curia pisana. Nei secoli successivi
diventa di nuovo una dimora estiva e una fattoria, due delle
torri vengono inglobate in altri fabbricati , parte del
muro perimetrale viene abbattuto. Quello che attualmente
vediamo trasformato in villa padronale della famiglia Dufour-Berte
é il corpo centrale della primitiva costruzione che lascia
trasparire dalle sue mura le tracce ben identificabili dell'antica
chiesa e convento. Due delle possenti torri sono ancora
ben mantenute e così anche parte del muro esterno che racchiude
attualmente un bellissimo giardino ed un uliveto.
LA
CHIESA
Già nell'anno 886 esisteva a Filettole un oratorio dedicato
a San Maurizio sottoposto alla Chiesa di San Frediano di
Lucca ma già nell'anno 1000 passò sotto la giurisdizione
della diocesi di Pisa
dipendendo direttamente dalla pieve di Rigoli; infine nel
1350 ebbe una vera autonomia come chiesa parrocchiale in
quanto fu dotata di fonte battesimale proprio. Le dimensioni
della chiesa e il suo aspetto esterno ed interno sono mutate
moltissimo col passare dei secoli e l'aspetto odierno è
il risultato di notevoli ampliamenti. Il primitivo campanile
fu rialzato una prima volta nel 1532 ed una seconda volta,
per mezzo di una merlatura pseudo - guelfa, nel 1932.
La facciata, davvero imponente con i suoi conci di pietra
di diversi colori (grigio, ocra, rosa pallido), termina
con un timpano triangolare ed ha un aspetto armonioso e
severo : fu ultimata nel 1829 ma le pietre usate sono molto
più antiche poichè furono ricavate dal parziale smantellamento
della Torre
dell'Aquila ( Torre sergata ) e della fortezza di Cotone
( le Muraccia ). A circa due metri di altezza sull'angolo
sinistro della facciata é posta una piccola pietra in marmo
bianco con un fregio stilizzato ed un putto
proveniente sicuramente da un'edificio romano. Degli
stessi anni sono gli affreschi eseguiti dal famoso pittore
Luigi Ademollo : nel coro è rappresentata in chiaro - scuro
la scena del martirio di San Maurizio , ai lati la predicazione
di San Francesco Saverio e il martirio di Santa Viviana
; nel catino dell'abside è raffigurata a colori la gloria
di Dio e dei santi , mentre nel cupoletto centrale, sempre
a colori, l'artista realizzò l'incoronazione della vergine;
questi affreschi sono stati in parte restaurati ed in parte
in via di restauro. Sulla parete di destra sorge l'altare
che contiene il crocifisso
ligneo di scuola fiorentina eseguito nella prima metà
del ' 500. Sulla parete di sinistra sorge l'altare della
Madonna : la grande tela raffigurante i santi, eseguita
dal pittore pisano Anton Francesco Varchesi nel 1699, contorna
la teca contenente la Madonna del Rosario : una statua lignea
policroma del 1642 dalle linee morbide e barocche.
Del 1670 è invece il tabernacolo circondato da un gloria
di sette angioletti in marmo bianco assoluto realizzato
con fattura delicata da scultori di Seravezza . Nel 1809
furono acquistati dal soppresso monastero di San Giorgio
di Lucca la cantoria dorata e l'organo : lo strumento si
dimostrò però disastrato e ne fu costruito uno nuovo, tuttora
perfettamente funzionante, dall'organaro lucchese Domenico
Pucci nel 1817. Anche recentemente la chiesa di Filettole
si è arricchita di opere d'arte di pregio : la Pietà lignea
eseguita negli anni '60 dallo scultore Bertini; i due grandi
affreschi alle pareti laterali raffiguranti la miracolosa
processione del Crocifisso e le opere di misericordia eseguiti
negli anni '70 dal pittore Enrico Fornaini, e, degli stessi
anni , il reliquiario ligneo raffigurante il busto di San
Maurizio opera dell'architetto L. Biasci.
L
' " ULIVONE "
Dietro al cimitero di Filettole una stradina sterrata si
inerpica sul monte traversando un uliveto; percorse poche
centinaia di metri, dopo una curva repentina, ci troviamo
in una zona pianeggiante detta " la Valle " dove, tra decine
di ulivi normali , appare maestoso
un gigante del mondo vegetale : un tronco inverosimile,
contorto e
possente , abbarbicato con radici che ricoprono una superfice
di alcuni metri quadrati, si erge con i suoi rami ciclopici
a trattenere una immensa chioma argentata : siamo davanti
all' " Ulivone " un ulivo pluricentenario, il cui tronco
ha la ragguardevole circonferenza di m. 4,40, un vero monumento
della natura e del lavoro dell'uomo!
LA
FESTA DEL CROCIFISSO ( Meglio conosciuta come " Festa delle
frittelle " )
Era l'agosto 1632 e in gran parte d'Italia il terribile
morbo della peste bubbonica imperversava : la stessa peste
di Milano resa immortale dalla descrizione manzoniana nei
Promessi Sposi. Anche Filettole fu colpito da questa terribile
epidemia e molti erano stati i morti mentre altri erano
stati contagiati. La tradizione orale ci racconta che si
decise di fare una processione per il paese con il Crocifisso
per benedire le abitazioni e per permettere anche agli ammalati
di affacciarsi alla finestra e partecipare alla comune preghiera
: era mezzogiorno, il piccolo corteo si snodava per le vie
del paese quando improvvisamente cominciò a piovere, gli
ammalati , anche quelli che stavano molto male, inspiegabilmente
si sentirono meglio. Le preghiere erano state esaudite.
Quando tornarono a casa i filettolini volevano festeggiare
il miracolo della guarigione ma non avevano che un po' di
riso freddo del giorno prima e un po' di farina : mischiarono
i poveri ingredienti e fecero delle piccolissime frittelle
perchè così sembravano di più.
Le autorità ecclesiastiche spostarono poi la festa, per
motivi liturgici, al mese di marzo e da allora ogni anno,
il secondo venerdì di marzo a mezzogiorno in punto, dalla
chiesa di Filettole esce la processione per le vie del paese
: è una processione molto solenne alla quale partecipano
tutti i parroci dei paesi vicini; il Crocifisso originale
però viene portato in processione solo ogni cento anni o
in occasioni straordinarie come l'Anno santo o il Giubileo.
Nell' aria si diffonde un profumo inconfondibile di frittelle
di riso che vengono cucinate proprio il venerdi e, per un
miracolo dovuto all'equilibrio esatto degli ingredienti,
restano soffici e squisite per diversi giorni tanto che
vengono di solito consumate la domenica successiva. La ricetta
delle frittelle è molto semplice e nello stesso tempo laboriosa,
gli ingredienti sono : riso cotto in una quantità precisa
di acqua, una certa dose di farina e zucchero e scorza di
limone grattugiato e tanta fatica per mesolare fino alla
giusta consistenza. Attenzione : non vanno mai usate nè
uova nè latte , inoltre bisogna friggerle dosando l'impasto
con un cucchiaino da caffè e, appena leggermente dorate,
metterle su una carta assorbente e, solo prima di consumarle
, cospargerle di zucchero. Il loro aspetto caratteristico
le fa assomigliare a delle patatine novelle arrosto.
|